L'OMETTO CI GUARDA
   

 

Valle del Bitto di Albaredo: uscendo dall'abetaia in località Orta, a 1700 metri, e proseguendo fino al passo, il fondo stradale della via Priula è ancora in buone condizioni e sembra di camminare nella montagna di 400 anni fa.
Partendo da Morbegno sono tre ore che cammino e quel tratto lo faccio con la calma di chi è affaticato ma sa che l'Ometto è vicino. Il viaggiatore di cinquecento anni fa che saliva o scendeva la strada con le sue bestie cariche di mercanzie, probabilmente avrà visto le stesse montagne e forse lo stesso Ometto.
Nella zona del passo qualche guardia veneziana avrà controllato il suo trasporto come i doganieri di oggi. Ma al passo di San Marco l'unica figura sicura è quella dell'Ometto.
Lo era a suo tempo quando a distanza si capiva dove era il passo, il fine della salita; lo è tuttora in compagnia di alcuni pali dell'alta tensione che fanno da fratelli maggiori. Ora porta sulla cima un’aquila, come un pennacchio in testa.
Il Passo San Marco è quasi a duemila metri, esattamente 1.992 m s.l.m. .
Collega la Val Brembana alla Valle del Bitto di Albaredo. Al tempo della costruzione della Via Priula collegava la Serenissima Repubblica di Venezia alle Tre Leghe Grigioni.
Ora una strada costruita negli anni '60, prima sterrata, poi asfaltata, collega la provincia di Bergamo alla provincia di Sondrio. Tutte, via Priula o strada asfaltata, passano vicino all'Ometto, guardia di pietra del valico.
D’inverno il passo è sempre chiuso e sparisce sotto qualche metro di neve. D’estate è un via vai di auto e moto.

 

Davanti: MORBEGNO (Valtellina) - Passo S. Marco

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina non viaggiata

Editore: EDIZ. SUCC. ENRICO PANIGHETTI – MILANO

Davanti: PASSO S. MARCO (m. 2000)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Olmo al Brembo - data 1.8.41

Editore: SEGALE & RADAELLI – MILANO - 1939 XVII

Note: timbro CA' DI S. MARCO MEZZOLDO 31 LUG 1941 ALTITUDINE 1832

Davanti: nessuna scritta

Retro: Alta Valle Brembana - Mezzoldo - Passo S. Marco (m. 1998)

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro località non comprensibile - data 23.8.1950

Editore: Ivanhoe Locatelli – Bergamo

Note: timbro CA' DI S. MARCO (MEZZOLDO) 22 AGO 1950 ALTITUDINE 1832

 

La via Priula è una strada del XVI secolo che collegava la città di Bergamo a quella di Morbegno. Di notevole importanza strategica e commerciale, la via Priula venne costruita tra il 1592 ed il 1593 per ordine del podestà di Bergamo, Alvise Priuli. In quel periodo la repubblica di Venezia, già sovrana sull’intera provincia di Bergamo dal 1428, avvertiva la necessità di aprire nuove vie commerciali con i territori del nord, tra cui il cantone dei Grigioni, suo alleato.
La strada partiva da Porta San Lorenzo (oggi Porta Garibaldi) a Bergamo e risaliva la val Brembana fino al passo denominato di San Marco. La discesa verso la Valtellina toccava il paese di Albaredo per San Marco, per arrivare rapidamente a Morbegno.
La strada venne edificata ex novo, senza cioè utilizzare vecchi sentieri preesistenti. A Morbegno era quindi possibile raggiungere i mercati del centro e nord Europa tramite la Valmalenco, oppure tramite la cosiddetta "Strada dei cavalli" in Valchiavenna.

 

Davanti: nessuna scritta

Retro: Passo S. Marco e Cantoniera (m. 1950)

Spedizione: cartolina non viaggiata

Editore: R.D.L.

Davanti: PASSO DI S. MARCO (Alt. m. 1998 s.m.)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Piazza Brembana - data ??.8.1934

Editore: Edizioni A. Cittadini – Bergamo Piazza S. Spirito 23

Note: timbro CA' DI S.MARCO (MEZZOLDO) 16 AGO 1934 ALTITUDINE 1832

 

Il Corriere della Sera del 12-13 dicembre 1898 riporta nella parte sportiva questo articolo a titolo "Gara di marcia fra ufficiali alpini". Ci scrivono da Bergamo, 10 dicembre: Quest'oggi ebbe luogo la gara di marcia fra gli ufficiali del 5. Reggimento Alpini. 27 furono i concorrenti. La partenza ebbe luogo a Morbegno (Valtellina) alle ore 5. Tutti, percorrendo la valle del Bitto di Albaredo, raggiunsero il passo di S.Marco superando 1800 metri di dislivello, dei quali 1000 sulla neve, e per Mezzoldo, Piazza Brembana giunsero brillantemente alla meta S.Giovanni Bianco (valle del Brembo).
Riuscirono primi il tenente Marchetti impiegando 7 ore 29 minuti, il tenente Mach di Palmstein in 7 ore 33 minuti, il tenenti Garganico e Bassi in 7 ore 55 minuti.

 

Davanti: nessuna scritta

Retro: CLUB ALPINO ITALIANO Sezione “A. Locatelli” – Bergamo”

“Ometto” al Passo di CA' SAN MARCO m. 1992

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Olmo - data 8.8.1961

Editore: Fotoedizioni GIOVANNI CARMINATI – ZOGNO (Bergamo)

Davanti: MORBEGNO (Valtellina) - Passo S.Marco - m. 2000 - Verso Passo Verrobbio e Monte Ponteranica

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina non viaggiata

Editore: EDIZ. SUCC. ENRICO PANIGHETTI – MILANO

 

Il libro "Cinquant'anni di vita della Società Escursionisti Milanesi" ricorda alcuni passaggi dal Passo S.Marco.

pag. 160: V (edizione) - 22 notte - 23 luglio 1899. - Itinerario: Morbegno - Albaredo - Passo S.Marco - Cà S.Marco - Passo Bomina - Passo Verobbio - Lago di Pescegallo - Alpe Tronella - Lago delle Trote - Bocchetta di Trona - Passo della Tazza - Biandino - Introbio - Lecco. Partecipanti 105. Qui si assiste alla divisione in tre categorie dei marciatori, i quali si mettono in corpo rispettivamente 24, 20 e 16 ore di montagna.
Ci piace a questo punto che la marcia di resistenza di 24 ore, dopo aver rappresentato per un intero lustro il cavallo di battaglia della S.E.M. nella sua diuturna e appassionata propaganda per lo sviluppo dell'alpinismo minore, si interrompe per nove anni consecutivi. Che era avvenuto? Se dai nostri dirigenti si giudicasse la sua funzione finita, è difficile dire ora. Noi opiniamo piuttosto che la lunga tappa fosse suggerita da un'altra ragione, e sarebbe che già da qualche anno la S.E.M. puntava su una carta più ardita: quella cioè dell'alpinismo popolare d'alta quota. Esistono infatti tracce evidenti dell'opera che i valent'uomini della S.E.M. andavano sviluppando da qualche tempo in quella direzione. Comunque, cogliamo anche noi l'opportunità di questa sosta per intrattenerci su le impressioni su un novizio di montagna che aveva preso parte alla marcia del 1899, uniche note di colore del resto che abbiamo potuto scovare nelle ingiallite pagine di "Fior d'Alpe", rivistina quasi introvabile della defunta F.P.
Si tratta di un tale "umile di statura", come si presenta nel preambolo, e di "nessun passato alpinistico". Egli comincia dal viaggio in ferrovia. Si guarda intorno e vede che la marcia ha raccolto aspiranti d'ogni qualità, verdi e stagionati, delle più diverse condizioni sociali; e si stupisce che, già sul treno, gente che non si conoscevano fra di loro si fossero fusi in un insieme cordiale "mediante la circolazione libera di parecchie bottiglie, borracce e fiaschette". A Morbegno sono ricevuti dalla fanfara e dalla popolazione festante. Apprendiamo poi che la marcia propriamente detta, pedibus calcantibus, ha principio, dopo una breve sosta, alle 10 e mezzo di notte. Indrappellati, i più che cento marciatori, pigliano la mulattiera di Albaredo.
Dice il nostro resocontista: "Il tempo prometteva bene; anche la luna albeggiava sui monti promettitrice di una eccellente illuminazione gratuita". E più avanti: "La colonna è ordinata militarmente: c'è la sua brava avanguardia e la sua retroguardia, nè manca la Croce Rossa". Par di vederli: davanti il "direttore d'avanguardia" a fare da battistrada alla truppa scarpona, in coda la retroguardia come i pastori dietro il branco serrato. Poi dice: "La strada è bellissima e il paesaggio incantevole. Dopo una sosta al Dosso del Chierico, la luna è presa da un improvviso quanto ingiustificato pudore e nasconde il suo viso. Su pei boschi di pini è una deliziosa frescura e un impagabile profumo di resine".
Leggiamo più oltre: "La colonna è serrata e piena d'ardire. Se non che, il cielo si oscura e verso l'una delle gocce ammonitrici cominciano a cadere. Vi si aggiunge qualche lampo, di quei lampi diffusi che accennano per 5 minuti, e patatràc! All'una e mezzo, all'uscire dai boschi, l'acqua vien giù a rovesci sempre più abbondanti e feroci, finchè la colonna si trova fra lampi e tuoni incessanti, in pieno diluvio universale. Nessuno fiata e tutti allungano il passo. Non è già l'acqua che vincerà gli alpinisti!". Il novellino, come si vede, si dà un po' delle arie. Del resto, il buon alpinista si conosce al cattivo tempo. Sta per albeggiare, e già si scorge confusamente l'altura del Passo di S.Marco. E quando i marciatori arrivano in cima al valico sentono che l'aria ha un'altra tempera; è l'aria dei duemila, sottile e nuova, carica di essenze distillate a freddo; un freddo che può voltare quando che sia l'acqua in neve, dicono gli esperti al novellino. Poco sotto il valico la Cà S.Marco è presto invasa da quella turba di famelici inzuppati fino all'ossa; ma ben poco vi si trova di commestibile e l'appetito è immenso.
Sentiamo il resocontista: "Vengono improvvisati sul piazzale davanti alla cantoniera quattro grandi falò, e dinanzi al fuoco si vedono girare come tanti tordi allo spiedo i più bagnati dei gitanti tenendo in mano qualche mangereccio. A pigliare quel bagno in città, c'era da buscarsi una polmonite fulminante; in montagna, dopo un'oretta di marcia tutti erano asciutti, allegri e vispi, senza l'ombra di un disturbo".
Ecco un'altra rivelazione, un pregiudizio vinto. Lui non lo dice, ma si capisce che lo pensa. La paura delle intemperie è eccessiva: con l'abitudine l'impressionabilità della pelle diminuisce. Guardarsene sì, ma non guardarsene troppo. Figlio troppo accarezzato non fu mai ben allevato.
Ripreso il cammino, la colonna sale al Passo Bomina, poi scende e risale al Passo Verobbio (m. 2026). Torna a scendere più a lungo, ed ecco il Lago di Pescegallo. Che sin qui la Croce Rossa non avesse avuto occasione di intervenire lo dice il resocontista, ma aggiunge: "Il dott. Porta, la cui vena poetica dell'avo Carlo Porta è scesa evidentemente nelle gambe, si trova in cielo, in terra e in ogni luogo: ora all'avanguardia, ora alla retroguardia. Appunto per questa sua mobilità non sono riuscito pupazzettarlo. L'aspettavo a tavola a Lecco, ma mangiava con tanta rapidità che ci sarebbe voluto il cinematografo". Più oltre, riparlando di lui, lo definisce "il camoscio sanitario".
Da notarsi che l'autore del resoconto è un giornalista, uno cioè - come si esprime - "che scrive sul Corriere per pura combinazione". Dopo una sosta sotto l'Alpe di Pescegallo, dove quelli della 3^ categoria - pochini in verità, e questo torna a tutto onore degli altri - si separano per scendere ancora a Morbegno, lungo la Valle del Bitto di Gerola, il grosso dei marciatori che compiranno l'intero percorso, e il resocontista è di questi, prosegue per l'Alpe Tronella. Con vece alterna si sale e si scende più volte, e il nostro cronista dichiara essere quella la parte più faticosa della marcia. Forse non pensa il buon uomo alle ore di sgobbo che ha già in corpo, ai duemila metri di dislivello già superati, alla fatica insomma per accumulazione. Ad ogni modo, al Lago delle Trote si rinfresca per virtù suggestiva del sereno ambiente: "un meraviglioso paesaggio" dice "che trattiene gli alpinisti un quarto d'ora in ammirazione", e naturalmente anche in simposio.
Poi ricorda un'ultima dura salita, quando ode per la prima volta il corno chiamare la Croce Rossa. Niente di male però: è uno che ha il fiato grosso e che presto si rinfranca. "Il dott. Porta" - dice - "sosteneva che nessuna cosa può far male in montagna, neanche un colpo d'accidente". Ma: "Ad ogni modo" - aggiunge - "quando si fu alla Bocchetta di Trona molti tirarono il fiato". La marcia continua, e al Passo della Tazza molti sentono di respirare a pieni polmoni. La prospettiva della discesa li rallegra oltremodo.Ora potranno ammirare a loro agio il prodigio pittoresco di quelle montagne. anche il nostro resocontista non può astenersi dal descrivere con accenti semplici e schietti il paesaggio, specie "quel mirabile ammasso di porfido che è il Pizzo Varrone". Scendono a Biandino, poi via difilati per Introbio. Ma quell'accidente di mulattiera esaspera il nostro, che la trova abominevole e la pensa interminabile per via delle scarpe "sensibili ai sassi come un telefono senza fili". Figurarsi! Un paio di eleganti scarpe di città, vergini di chiodi. Imparerà ad equipaggiarsi meglio. Dice: "L'unico chiodo era quello del calzolaio", che evidentemente attendeva invano d'essere pagato. Ma poi trova che da Introbio a Lecco le cose erano andate lisce "a causa d'una ben tenuta strada provinciale". A Lecco arrivano alle 10 e mezzo di notte, esattamente a 24 ore da che avevano incominciato a marciare. Il nostro resocontista ci ha rimesso scarpe e fatica, ma è entusiasta della gita: giura che qualunque altra camminata del genere gli venisse proposta, la farebbe. Poi esalta la perfetta organizzazione, e conclude compiacendosi della spesa modesta e del divertimento grande.

 

Davanti: nessuna scritta

Retro: Alta Valle Brembana - Mezzoldo - Cantoniera S. Marco vista dal Passo (m. 1832)

Spedizione: cartolina non viaggiata

Editore: Ivanhoe Locatelli – Bergamo

Note: timbro CA' DI S. MARCO (MEZZOLDO) ?? ??? 1950 ALTITUDINE 1832

Davanti: Cantoniera di Ca S.Marco (Alt. m.1887) fra la Valtellina e la Valbrembana, (Alpi Orobie)

Valico di Ca S.Marco che divide le prov. di Bergamo e di Sondrio PUNTO CULMINANTE (Alt. m.1998)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Sondrio ?? - data non leggibile

Editore: Tipografia Cartoleria Camillo Mazzoleni - Bergamo Piazza Pontida 29, Telefono 5-93

Note: data scritta 11.10.1919

Davanti: Cantoniera di Ca S.Marco (Alt. m.1887) fra la Valtellina e la Valbrembana, (Alpi Orobie)

Valico di Ca S.Marco che divide le prov. di Bergamo e di Sondrio PUNTO CULMINANTE (Alt. m.1998)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina non viaggiata

Editore: Tipografia Cartoleria Camillo Mazzoleni - Bergamo Piazza Pontida 29, Telefono 5-93

Note: timbro CANTONIERA CA S.MARCO 27 MAR 1921 CONDOTTA DA LUIGI PALENA

 

pag. 45: Il pratico impiego della bicicletta aveva infatti agevolato ascensioni alle Grigne, al Legnone, ai monti del Bergamasco, specie per opera del dott. Porta e Luigi Colombo. Quest'ultimo, corridore di pista e più volte campione italiano dei dilettanti, era anche un buon arrampicatore e aveva risolto, per suo conto, il quesito degli orari ferroviari recandosi direttamente in bicicletta da Milano alla base delle montagne che doveva scalare. Ma specialmente una completa ciclo-alpina da Milano - Morbegno - Passo di S.Marco - Mezzoldo - Bergamo - Milano, del dott. Porta coi fratelli Colombo aveva fatto breccia fra i dubbiosi e attirato l'attenzione di altri, talchè i proseliti diventarono numerosi.

 

Davanti: Valico di Cà S.Marco che divide le provincie di Bergamo e di Sondrio (alt. m. 1998)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Morbegno - data 7.8.1916

Editore: ED. ROCCA GIUSEPPE, MORBEGNO

Davanti: VALICO DI CA' S. MARCO che divide le Provincie di

Bergamo e di Sondrio - Punto culminante (m. 1998)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Morbegno - data non leggibile

Editore: ED. ROCCA GIUSEPPE - MORBEGNO

Note: data scritta 20-7-1924

Davanti: Valico di Cà S. Marco che divide le Provincie di

Bergamo e di Sondrio Punto culminante (m. 1998)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Morbegno - data 9.6.24

Editore: Ed. Rocca Giuseppe - Morbegno

Note: timbro CANTONIERA S. MARCO ALTITUDINE M.1998

8 GIU 1924 CONDOTTA DA MAGNATI GIUSEPPE

 

Anche il Corriere della Sera ricorda nel suo piccolo spazio sportivo la V Marcia in montagna con articoli di presentazione e il riepilogo finale.

Corriere - 13 luglio 1899 - Marcia di resistenza in montagna
Nei giorni 22 e 23 del corrente mese si svolgerà la quinta marcia di resistenza in montagna di 22 ore indetta dalla Società Escursionisti Milanesi, con partenza da Morbegno (Valtellina) ed arrivo a Lecco. Il giornale La Bicicletta ha messo a disposizione della Società organizzatrice una ricca bandiera da darsi a quella Società sportiva e ginnastica che porterà il maggior numero di soci alla metà. La Società Escursionisti è dichiarata fuori concorso.

 

Davanti: nessuna scritta

Retro: Passo S. Marco (m. 1987) - Valico fra la Val Brembana di Mezzoldo e la Valtellina

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Berbenno Valtellina - data 9.9.26

Editore: Foto Gorla - Milano

Davanti: PASSO S. MARCO - (Val del Bitto di Albaredo)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina non viaggiata

Editore: Tip. e Cart. Milanese Morbegno

 

Corriere - 18 luglio 1899 - Una marcia di resistenza in montagna
La "Escursionisti Milanesi" ha indetto la sua V marcia di resistenza di 24 ore, che si svolgerà quest'anno sulla Catena Orobia, fra il Monte Azzarini, il Pizzo Trona ed il Pizzo dei Tre SIgnori. Da Morbegno (Valtellina) la colonna partirà alle ore 22.30 di sabato 22 luglio. Per la Valle del Bitto di Albaredo, pel Passo di San Marco (m. 1895) si arriverà alla Cantoniera Ca San Marco (m. 1832); e la comitiva si avvierà quindi pei passi di Bomino e Verrobbio (m. 2026) al Lago di Pescegallo (m. 1855). Da qui la I e II categoria si divideranno dalla III; questa scenderà al villaggio di Gerola (m. 1087) indi, per la valle del Bitto di Gerola, a Morbegno ove si giungerà alle ore 14.30 (16 ore di marcia), in tempo cioè per il treno delle 5.13 o delle 18.50 in partenza per Lecco e Milano. La I e la II categoria passando sotto ai "couloirs" del Tronella e del Trona, si porteranno al Lago delle Trote (m. 1563). Indi gli alpinisti si avvieranno alla Bocchetta di Trona (m. 2092) tra la piramide del Pizzo Varrone ed il Monte Melaso. Costeggiando la Valle del Varrone, pel Passo della Tazza, si porteranno a Biandino, indi ad Introbbio, meta della seconda categoria (ore 20 di marcia). La prima categoria dovrà ancora percorrere circa 16 chilometri di strada carrozzabile per giungere a Lecco alle ore 22,30 circa, ove si pernotterà. Durante la marcia sarà organizzato un servizio sanitario. Le iscrizioni sono aperte a tutto giovedì 20 luglio nella sede della "Escursionisti" in via San Simpliciano n.2.

 

Davanti: Valico di Cà S. Marco che divide le Provincie di Bergamo e di Sondrio

Punto Culminante (Alt. m. 1985)

Retro: nessuna scritta

Spedizione: cartolina viaggiata - timbro Talamona - data 30.8.26

Editore: Cromo-Tipografia CAMILLO MAZZOLENI - Bergamo Via Giacomo Quarenghi, 16

 

Corriere - 27 luglio 1899 - Marcia di resistenza in montagna
La marcia di 24 ore di resistenza in montagna, indetta dalla Società Escursionisti Milanesi, ebbe ottimo esito, a dispetto di un temporale che colse gli alpinisti. Questi sorpassarono il numero di cento. Sei fra questi dovettero fermarsi per indisposizione e stanchezza, e tutti gli altri compirono il percorso delle tre categorie. La maggior parte dei concorrenti giunse a Lecco colla categoria delle 24 ore di marcia. Questa quinta prova di resistenza alpinistica della Società Escursionisti Milanesi può contarsi come un nuovo trionfo. La bandiera del giornale La Bicicletta per la Società che avesse portato maggior numero di soci alla meta di Lecco, fu vinta dalla Società Escursionisti Lecchesi. Sopra 37 inscritti di questa società, 35 arrivarono colla prima categoria di 24 ore.

 

Davanti: Orobie Valtellinesi – Via Priula – Verso il Passo S. Marco (1.992 mt.)

Retro: Cammina CAI 2017 – Percorsi Storici Morbegno 7-8 Ottobre 2017 La Via Priula è una strada del XVI secolo che collegava la città di Bergamo a quella di Morbegno. Di notevole importanza strategica e commerciale, la via Priula venne costruita tra il 1592 e il 1593 per ordine del podestà di Bergamo Alvise Priuli.

Spedizione: cartolina non viaggiata timbro commemorativo Morbegno 22.9.2017

Editore: E'Valtellina

Note: timbro Club Alpino Italiano Sez. di Morbegno

Davanti: Orobie Valtellinesi – Percorrendo la Via Priula – località Orta (1.700 mt.) verso il passo S. Marco (1.992 mt.)

Retro: Cammina CAI 2017 – Percorsi Storici Morbegno 7-8 Ottobre 2017 La Via Priula è una strada del XVI secolo che collegava la città di Bergamo a quella di Morbegno. Di notevole importanza strategica e commerciale, la via Priula venne costruita tra il 1592 e il 1593 per ordine del podestà di Bergamo Alvise Priuli.

Spedizione: cartolina non viaggiata timbro commemorativo Morbegno 22.9.2017

Editore: E'Valtellina

Note: timbro Club Alpino Italiano Sez. di Morbegno

 

Sabato 7 e Domenica 8 ottobre 2017 presso la sede del Club Alpino Italiano di Morbegno si è tenuta una mostra di cartoline a soggetto le montagne orobiche, dal passo S.Marco fino al monte Legnone. La presentazione ufficiale dell'evento è stata nella serata di venerdì 6 ottobre e per l'occasione sono state realizzate due cartoline postali commemorative. Questa mostra entra in un più importante evento del Club Alpino denominato “Cammina CAI – I percorsi storici”. Per la nostra zona è stata interessata quindi la Via Priula, storico percorso che da Bergamo portava a Morbegno, collegando l'allora Serenissima Repubblica di Venezia con lo Stato dei Grigioni e il cui confine era posto presso il passo S.Marco.

La mostra si compone di 24 quadri in cui sono state esposte circa 250 cartoline in bianco e nero o colorate. Nelle immagini montagne, rifugi, laghi, animali, persone, panorami, poche case, nessun paese. Numerose le notizie, resoconti, articoli e altro ancora, che raccontano vissuti della montagna, a partire da fine ‘700 fino a metà del secolo scorso. Grazie al supporto dell'assessorato alla cultura della Comunità Montana di Morbegno e al consorzio Porte di Valtellina l'esposizione si è trasferita quindi al Polo Fieristico di Morbegno dove nei giorni dal 14 al 15 di ottobre si è svolta la Mostra Regionale dei Prodotti della Montagna Lombarda. Tutto il materiale è stato visibile per i numerosi visitatori che in quei giorni hanno riempito Morbegno proprio per l'iniziativa e le collegate manifestazioni “Morbegno in Cantina” e “Gustosando”.